“Non posso fare assegnamento su uomini che non conosco, fondandomi sulla bontà umana o sull’interesse dell’uomo per il bene della società, dato che l’uomo è libero e che non c’è natura umana su cui io possa fondarmi. […]
Significa forse questo che io devo abbandonarmi al quietismo?
No. Prima io mi devo impegnare, poi devo operare secondo la vecchia formula: «Non c’è bisogno di sperare per agire». Questo non vuol dire che io non debba appartenere a un partito, ma che sarò senza illusioni e che farò ciò che posso. Poniamo ad esempio che mi domandi: «Arriveremo alla collettivizzazione vera e propria?», ebbene, non ne so nulla: so soltanto che farò tutto quello che sarà in mio potere perché ci si arrivi: a parte questo, non posso contare su niente.Il quietismo è l’atteggiamento di coloro che dicono: gli altri possono fare ciò che io non posso fare. La dottrina che vi presento è proprio l’opposto del quietismo, perché essa dice: non c’è realtà che nell’azione.
Essa va ancora più lontano, perché aggiunge: l’uomo non è niente altro che quello che progetta di essere; egli non esiste che nella misura in cui si realizza; non è, dunque, niente altro che l’insieme dei suoi atti, niente altro che la sua vita.”
Jean-Paul Sartre, “Esistenzialismo è un umanisimo”.
immagine: il particolare “Dreams of Earth and Sky. – A commemorate of Freeman Dyson” di Robbert Dijkgraaf.
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